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WWL 2015 >>> i paesi perseguitati

La lista dei primi 50 paesi dove esiste la persecuzione contro i cristiani, prodotta da Porte Aperte/Open Doors International. L'indice e l'analisi prende come periodo di riferimento dal 1 novembre 2013 al 31 ottobre 2014.

Le quattro fasi del processo di persecuzione sono:

  • Ostilità opposizione Ebrei 12:3

  • Disinformazione Matteo 5:11

  • Ingiustizia Atti 8:33a

  • Maltrattamenti Violenza Filippesi 1:29

guarda il video https://www.youtube.com/watch?v=c-CKLeSx240&feature=youtu.be

WORLD WATCH LIST 2015

Sono più di 20 anni che Porte Aperte produce la World Watch List, la lista dei primi 50 paesi dove più si perseguitano i cristiani al mondo, uno strumento atteso non solo dalle chiese ma anche da testate internazionali, esperti e analisti del settore. La classifica stilata non ha come focus esclusivamente la violenza anticristiana ma piuttosto l’analisi di tutte le 5 sfere della vita dei cristiani (nel privato, in famiglia, nella comunità in cui risiedono, nella chiesa che frequentano e nella vita pubblica del paese in cui vivono) a cui si aggiunge una sesta area che serve a misurare l’eventuale grado di violenze che subiscono.

La lista è compilata da analisti di PA, da specialisti della persecuzione, da ricercatori ed esperti sul campo operativo e da indipendenti all’interno dei vari paesi. I livelli assegnati sono basati su vari aspetti della libertà religiosa.

Ma chi davvero sale e chi davvero scende all’interno della lista?

Può sembrare una domanda inutile, ma è essenziale per capire che per un paese scendere di posizione nella WWL, non significa necessariamente che in quel paese le condizioni dei cristiani siano migliorate, anzi, può anche capitare che pur scendendo nella classifica la condizione sia poi in realtà peggiorata. Perché? Molto semplicemente perchè altri paesi sono peggiorati di più rispetto a quello preso in esame.

Dalla WWL 2015 si evince che la situazione è peggiorata in 35 delle 50 nazioni presenti a cui si aggiungono paesi fuori lista come Niger, Camerun, Kirghizistan, ma anche Venezuela, Uganda , la Guinea... paesi che purtroppo hanno visto peggiorare la propria situazione interna.

Rimangono invariate le condizioni dei cristiani in 4 delle 50 nazioni presenti nella WWL 2014 (Rep. Centroafricana, Egitto, Giordania e Tunisia) a cui si aggiunge anche il Marocco che però è uscito dalla lista.

Mentre migliorano 11 paesi ancora presenti nella lista, anche se alcuni, talmente di poco che quasi non possono neanche chiamarsi miglioramenti.

Oggi ci troviamo di fronte ad una crescita della persecuzione dei cristiani nel mondo come mai si era registrata prima ed il numero di martiri certi (4.344, il doppio rispetto all’anno scorso) è lì a ricordarci che il prezzo che molti pagano per professare la fede cristiana, è altissimo. Ma è anche soprattutto l’emarginazione culturale e sociale in molti paesi a rendere impossibile la vita dei cristiani in un crescendo di intolleranza che ora allarma anche i paesi liberi.

Secondo una ricerca del Pew Research Center, un’associazione apolitica che registra fatti, i cristiani sono le persone più perseguitate di qualsiasi altra fede religiosa.

E’ terribile constatare la dimensione del martirio cristiano oggi, così come appare incredibile la realtà che la persecuzione dei cristiani è stata maggiore negli ultimi 100 anni rispetto al resto di tutta la storia del Cristianesimo.

Attualmente, la fonte primaria di persecuzione in 40 paesi su 50 è l’estremismo islamico che oggi presenta due centri di gravità globali: uno nel Medio Oriente arabo e l’altro nell’Africa subsahariana ma comunque persino in stati a maggioranza cristiana, i credenti stanno sperimentando un livello senza precedenti di esclusione, discriminazione e violenza.

Ma benchè il jihadismo islamico violento in Medio Oriente abbia dominato i titoli dei media mondiali nel 2014, dalle ricerche effettuate, si evidenzia soprattutto una crescente pressione strisciante dell’islamizzazione nei paesi africani dove si manifesta un marcato aumento delle persecuzioni per le comunità cristiane. L’estremismo islamico non è però l’unica fonte di persecuzione: cresce infatti la paranoia dittatoriale, come in Corea del Nord (che è la seconda fonte) ma anche la criminalità organizzata, come in Colombia ed in Messico.

I primi 10 paesi in cui i cristiani hanno affrontato maggiore pressione e violenza nel periodo preso in esame dalla WWL 2015 sono: COREA DEL NORD, SOMALIA, IRAQ, SIRIA, AFGHANISTAN, SUDAN, IRAN, PAKISTAN, ERITREA e NIGERIA.

Oltre ai paesi indicati nel video, vi sono alcune nazioni che per la prima volta in oltre un decennio tornano nell’elenco dei primi 10 in classifica, come per esemprio il Sudan. Il motivo è il risultato di un deterioramento della situazione dei cristiani convertiti dall’islam. La violenza contro i cristiani in Sudan si è spostata dal prendere di mira singoli individui ad attacchi indiscriminati contro gruppi di cristiani, chiese, scuole e ospedali.

Anche l’Eritrea è rientrata a far parte di questo gruppo. La pressione e la violenza contro i cristiani arriva direttamente dal presidente, dal suo governo e dal Fronte Popolare per la Democrazia e Giustizia (come dicevano i latini: nomen omen..... un nome, un destino.....).

Un’altra nuova entrata è la Nigeria. Mentre l’attenzione dei media era concentrata sulla violenza dello stato islamico in Iraq e in Siria, i Boko Haram hanno annunciato un califfato simile e forse ancora più violento, ritenuti infatti responsabili di quasi 4.000 morti nel 2014, di cui la maggior parte cristiani. Oltre ai Boko Haram, ci si mettono anche i pastori e i nomadi islamici che di notte scendono nei villaggi e realizzano feroci attacchi contro persone innocenti tra cui donne e bambini, questo perché il governo permette che le terre che loro espropriano ai cristiani possano diventare pascoli per i loro greggi.

Fra i paesi che hanno invece peggiorato notevolmente la loro situazione all’interno della lista, troviamo Kenya, Gibuti e Tanzania. Il motivo: la persecuzione e la violenza islamica nei confronti dei cristiani.

Altri cambiamenti si sono verificati in

- India: dove con l’ascesa al potere del partito fondamentalista indù l’atmosfera per i cristiani e le altre minoranze religiose hanno subito una svolta negativa. I fondamentalisti indù possono aggredire cristiani e musulmani in modo più impunemente rispetto a prima. Sono state implementate leggi anticonversione che vengono utilizzate per interrompere funzioni religiose, nonché per molestare, picchiare e accusare i cristiani i quali vengono anche abusati e aggrediti.

- In Malesia, paese islamico liberale, in cui nell’ultimo anno la posizione del governo nei confronti dei cristiani e di altre minoranze religiose si è irrigidita e sono aumentate le pressioni e le violenze nella famiglia, nella chiesa e nella sfera privata. Spesso i neo convertiti vengono inviati in centri di rieducazione per indurli a rinnegare la loro fede cristiana. Attualmente vi sono forti richieste per introdurre il diritto penale della sharia e piani per attribuire ai loro tribunali condizioni di parità con i tribunali civili.

- In Sri Lanka: nonostante il paese sia passato dal 29° posto al 41°, la situazione non è affatto migliorata, il calo di posizioni è dovuto al fatto che altri paesi sono peggiorati. In Sri Lanka i cristiani subiscono pressioni e violenze soprattutto dagli estremisti buddisti e dalla paranoia dittatoriale del governo. Tuttavia la maggiore pressione ora sembra essere diretta sulla minoranza musulmana e non sui cristiani.

- E per finire, in Colombia: in questo paese, soprattutto i cristiani che vivono nei territori indigeni così come in altre zone dominate da bande criminali, sperimentano un elevato livello di pressione e violenza. Le

organizzazioni criminali ostacolano duramente i cristiani nella loro libertà di movimento e, se diventano troppo attivi, commettono violenze contro di loro.

2) La persecuzione non è solo violenza fisica

La storia della cosiddetta chiesa perseguitata descritta dai media è spesso estrapolata dal suo contesto. Generalmente vengono menzionati solo gli incidenti o atti persecutori più visibili e forse una assai minore attenzione è dedicata all’analisi delle dinamiche che stanno dietro queste violenze e ostilità. In ogni caso la registrazione degli incidenti fatta dai media è senza dubbio molto utile, dato che questi hanno il potere di far ricordare al mondo la sofferenza emozionale e fisica di molti cristiani. Ma va sempre ricordato che la storia dei cristiani perseguitati è molto più che una semplice enumerazione di violenze contro di essi. In molte nazioni NON è la violenza fisica che causa le maggiori sofferenze ai cristiani: è piuttosto la costante paura in ogni area della loro vita. Un costante logorio causato da discriminazioni, minacce, comportamenti e dogmi sociali che minano la stabilità personale, sociale ed economica degli individui cristiani. La persecuzione riguarda persone reali, uomini e donne, giovani e vecchi e persino bambini, tutta gente che non può vivere liberamente la propria fede o che è notevolmente ostacolata nel farlo.

Per dare un’idea chiara di quante tipologie di violenze possono manifestarsi, ecco un elenco delle generiche categorie di atti persecutori: uccisioni, aggressioni fisiche, minacce, distruzione di chiese o altri edifici cristiani, tentativi di distruggere chiese o altri edifici cristiani, chiudere od ostacolare chiese ed edifici cristiani, espulsioni da case o proprietà, rapimento per ottenere riscatto o intimidazione, aggressioni a sfondo sessuale (stupri, matrimoni forzati, ecc), arresti, espulsione dal paese o dalla città, e così via....

Alcune considerazioni sul numero dei cristiani uccisi

La cifra di 4.344 indicata inizialmente è da considerarsi una cifra minima o un punto di partenza. Purtroppo il numero è certamente più alto poiché ci sono almeno altre 3 categorie di martiri cristiani da considerare che aumentano esponenzialmente il numero dei martiri.

1) La prima è quella dei martiri cristiani che mai saranno raccontati dai media perché la copertura mediatica è bloccata o impossibilitata o semplicemente perché tali morti non vengono considerate rilevanti.

2) La seconda è quella dei martiri uccisi a causa dell’incremento generale della vulnerabilità, come ad esempio in una regione o in un paese in guerra. Infatti nel mezzo di un conflitto la vulnerabilità di alcuni soggetti raddoppia e, poiché già normalmente non sono protetti, diventano bersagli ancora più facili, come per esempio i cristiani in Siria.

3) Infine una terza categoria è quella dei martiri morti a causa di una discriminazione a lungo termine, ossia a causa di vessazioni e privazioni di necessità basilari come l’accesso all’acqua potabile, alle cure mediche, ecc.

I cristiani dunque non sono sempre uccisi tramite l’assassinio, ma possono essere così pesantemente oppressi tramite leggi, discriminazioni sociali e vulnerabilità da vedersi semplicemente morire non in un evento singolo, ma lentamente nel corso degli anni.

Se dunque includiamo anche questa terza categoria, ci ritroviamo con un numero enorme e difficilmente quantificabile.

ISIS

La violenza dell’IS (Stato Islamico) in Iraq e in Siria ha dominato i titoli delle testate internazionali. In Siria, il livello di libertà per i cristiani relativo a prima della guerra civile è praticamente scomparso con l’avvento dei gruppi jihadisti islamici violenti, raggiungendo un minimo storico con il califfato islamico.

In Iraq molti cristiani ed altre minoranze religiose sono stati costretti a fuggire dalle loro case cercando rifugio nella regione curda, regione che però pare sarà il prossimo obiettivo del califfato islamico. Soprattutto nelle regioni controllate dallo Stato Islamico praticamente tutta la comunità cristiana è scomparsa, come a Mosul e nella piana di Ninive, mentre le persone rimaste sono state costrette a convertirsi all’Islam. L’aumento della violenza nei loro confronti è esponenziale ed il costo più elevato lo pagano i bambini e le donne.

Come detto inizialmente, ci sono tre paesi nuovi nella WWL 2015: Turchia, Messico e Azerbaigian

- In Turchia, la combinazione della persistenza delle restrizioni legali, le ostilità sociali e l’ascesa dell’islam osservante continuano a limitare i cristiani. Soprattutto chi si converte al cristianesimo può andare incontro a vari problemi con una forte pressione per farlo tornare all’islam. Capita che funzionari di chiesa chiedano aiuto alla polizia, ma vengano semplicemente ignorati.

- In Messico il motivo di persecuzione è legato alla criminalità organizzata e alla droga. Le organizzazioni criminali prendono di mira i cristiani perché considerati fonti di entrate per estorcere loro denaro e perché il cristianesimo promuove alternative al crimine. Anche le comunità indigene convertite dalle teligioni tradizionali sono state vittime di violenza: spesso le loro case sono state distrutte e centinaia di cristiani sono stati costretti a fuggire.

- In Azerbaigian sempre meno chiese sono in grado di funzionare legalmente, quelle non registrate sono punibili dalla legge ma il governo autoritario del paese difficilmente concede la registrazione ufficiale di una chiesa. I cristiani ed altre minoranze religiose non sono in grado di trovare o mantenere un lavoro e sono strettamente monitorati dai servizi segreti.

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