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World Watch List di Porte Aperte

La World Watch List di Porte Aperte è l’annuale rapporto sulla libertà religiosa dei cristiani nel mondo, fotografato nella nostra mappa/classifica dei primi 50 paesi dove più si perseguitano i cristiani. I metodi di ricerca e i risultati sono sottoposti a revisione indipendente da parte dell’Istituto Internazionale per la Libertà Religiosa.

3 colori diversi nella mappa per segnalare 3 gradi di persecuzione (in base al punteggio):

Alta (41-60), Molto Alta (61-80), Estrema (81-100).

Primo dato degno di nota: cresce ancora la persecuzione anti-cristiana nel mondo in termini assoluti, oggi sono oltre 215 MILIONI i cristiani perseguitati.

Nonostante siano 2 nazioni completamente diverse in termini di struttura politica e sociale, Corea del Nord ed Afghanistan raggiungono il punteggio massimo di oppressione dei cristiani secondo la WWList 2018 (periodo di riferimento 1 novembre 2016 – 31 ottobre 2017). Solo una minima variazione nell’area della violenza anti-cristiana differenzia le 2 nazioni, facendo così mantenere la testa della triste classifica alla Corea del Nord per il 16° anno di seguito. Tuttavia è il Pakistan (5° posto nella WWL2018) ad avere l’infelice primato di nazione col più alto punteggio nella violenza contro i cristiani.

3.066 cristiani uccisi a causa della loro fede, mentre 15.540 edifici di cristiani attaccati tra chiese, case private e negozi.

Si può stimare che 1 cristiano ogni 11,5 nel mondo subisce elevata persecuzione.

Libia (7°) e India (11°) sono le nazioni che hanno fatto un balzo di 8 punti, scalando la classifica. In particolare l’India deve questa escalation di intolleranza anti-cristiana alla crescente influenza del radicalismo induista: oltre 24.000 cristiani indiani sono stati aggrediti nel periodo in esame. Le new entry sono il Nepal (che vola al 25°) e l’Azerbaigian (45°), mentre ad uscire dai primi 50 sono la Tanzania (per un miglioramento) e le Isole Comore (situazione sostanzialmente invariata, esce perché altri peggiorano).

L’oppressione islamica continua ad essere la fonte principale di persecuzione dei cristiani, non confermandosi solamente ma estendendo la sua morsa in varie aree. Tuttavia ciò che deve far riflettere è l’ascesa del nazionalismo religioso come prorompente fonte di persecuzione anti-cristiana (e di altre minoranze), con l’esempio emblematico della succitata India.

“L’intolleranza sociale e lo sfruttamento politico di tale intolleranza sono il veleno di questo periodo storico. Infatti la persecuzione anti-cristiana va ben oltre il numero dei martiri o le distruzioni di edifici cristiani. Essa si manifesta negli arresti senza processo, nei licenziamenti, nella violazione di diritti fondamentali come l’istruzione e le cure mediche, nelle campagne denigratorie e nel bullismo, ma anche nei 1.240 matrimoni forzati e oltre 1.000 stupri, cifre che celano vite devastate a causa di una scelta di fede e, ribadiamo, cifre che purtroppo sono da considerare punti di partenza poiché potenzialmente enorme è la realtà sommersa dei crimini non denunciati o non registrati contro i cristiani in molti paesi”, dichiara Cristian Nani, il direttore di Porte Aperte.

Cosa troverete in questo REPORT:

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